Quell’aria assente, lo sguardo perso oltre l’orizzonte,
nel ricordo respiri ancor quel desiderio
che allor poteva colmar la vicinanza
e or quaggiù,
il cuor si strugge della lontananza..
La Nostalgia (dal greco: nostos, ritorno, e algos, dolore) significa “dolore nel ritorno”. E’ un sentimento ambivalente, composto da una serie di sentimenti come la speranza, la perdita, lo struggimento verso qualcosa che abbiamo vissuto nel passato. La Nostalgia è una sorta di tinta della memoria, una sfumatura che colora una parte del nostro vissuto e del proprio Sè, con quella sensazione spiacevole di una perdita che intensifica il desiderio di rivivere ancora quell’esperienza. Questa mancanza ci fa provare un intenso desiderio di recuperare quello che ci manca ed è un sentimento che sovente colpisce gli emigranti perchè attiene alla Casa in quanto origine delle proprie radici e rifugio. Una Casa che si è dovuta lasciare insieme a tutto quel che simboleggia come i rapporti intimi, l’ambiente sociale, la lingua, le tradizioni e la Cultura d’appartenenza.
Quando Casa è intesa come Paese quale luogo dove si è riconosciuti, e che richiama in sé quelle certezze che danno un senso alla propria esistenza, ed essendone lontani ne scaturisce Nostalgia. All’inizio è soffusa e pacata ma col tempo può prendere maggior vigore con un senso più profondo di dolore e di malessere psicofisico.
Una definizione della Nostalgia ce la dà lo psichiatra e antropologo Dott. Roberto Beneduce:
« “Se prima del viaggio si erano costruiti progetti e speranze ed erano state tracciate le premesse di una nuova autonomia, dopo qualche tempo quando i problemi incontrati nei paesi ospiti hanno finito con l’estenuare questa carica progettuale e i bisogni affettivi si sono resi insopprimibili, può accadere al migrante di sentire il proprio progetto esistenziale spezzarsi. Egli può avvertire intorno a sé forze più grandi che lo spingono alla deriva fino a fargli mancare i riferimenti più concreti e irrinunciabili. »
Da una parte la Nostalgia, rievocando immagini e oggetti mantiene viva la spinta verso il ritorno ai luoghi di origine, agli affetti e alla propria storia, in un certo senso aiuta a non sentirsi senza appartenenza o senza Casa. Ma dall’altra proprio queste mancanze in molte circostanze attivano tutta una serie di bisogni che se non soddisfatti provocando sofferenza, hanno un effetto negativo e disfunzionale nel comportamento di chi li vive. Per questo motivo può essere consigliabile un sostegno psicologico per meglio mediare quei bisogni e mancanze per riprender quell’energia data dalla speranza, nell’attesa del ritorno.
(Consulenza online per espatriati)
(Psy. Dr. Laura De Pasquale)
Rif. bibliografici:
Beneduce, Roberto, Frontiere dell’identità e della memoria. ed. Franco Angeli, Milano, 1998
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